E’ un invito che rivolgo a questo giornale, alla stampa anarchica e libertaria in generale, nonché a quanti vorranno aderire ad una campagna continuata nel tempo a por fine a questa odiosa pratica del “foglio di via”, eredità del regime fascista mai dismessa, di cui oggi se ne fa un uso smodato al fine di cacciar via da interi territori quanti si mobilitano a viso aperto per rivendicare propri diritti che, nello stesso tempo, attengono all’interesse generale, per stroncarne la legittima attività.
L’ultima porcata del genere risale a poco tempo fa a Tradate in provincia di Varese. L’Assemblea degli iscritti e delle iscritte U.S.I. Varese Como fanno pervenire il seguente comunicato di denuncia:
“ Tradate (VA). 9 aprile ‘17. Il candidato sindaco alle elezioni amministrative Massimiliano Russo (noto alle cronache locali per dedicarsi al tiro al bersaglio con il proprio fucile a pallini contro dei ragazzini minorenni ai quali ad uno di loro ha lesionato un occhio) prova a tenere un banchetto con la sua lista elettorale “Movimento Etico” appoggiata e sostenuta dai partiti neofascisti Forza Nuova (partito noto per la sua propaganda xenofoba e i suoi messaggi di odio razziale, antisemitismo, intolleranza, omofobia, nazionalismo, culto della forza e della violenza come unica pratica politica) e Fiamma Tricolore (movimento che fa chiaro ed esplicito riferimento al vecchio MSI e alla Repubblica Sociale Italiana).
La cittadinanza tradatese si mobilita e una cinquantina di antifascisti/e e antirazzisti/e riesce ad arrivare a ridosso del gazebo e ad impedire che i messaggi di odio e violenza propugnati dai neofascisti possano essere divulgati. Russo e i suoi sottoposti forzanovisti si trovano costretti a sbaraccare il gazebo e ad abbandonare il campo. Tra gli antifascisti anche Simone, segretario locale dell’Unione Sindacale Italiana – Varese Como.
Varese. 7 giugno ‘17. La Questura di Varese notifica al nostro incaricato e ad altre/i antifasciste/i del varesotto 4 Fogli di Via dal comune di Tradate.”
Siamo quindi di fronte ad una legittima contestazione antifascista contro la pratica subdola, come nel caso della lista “Movimento Etico” che organizza una presenza in piazza sostenuta e appoggiata da Forza Nuova, utilizzando la lista come maschera per fare la loro propaganda dichiaratamente fascista. Solo che alle cosiddette forze dell’ordine, sensibili ai richiami fascisteggianti, questa realtà non risulta. Della cinquantina di manifestanti volti ad impedire lo svolgimento della propaganda fascista i “tutori del (cosiddetto) ordine” (a favore di chi?) hanno scelto 4 compagni/e da punire con i famigerati “fogli di via”. Uno dei quattro prescelti è addirittura un compagno che ricopre la carica di Segretario Provinciale dell’USI che, in base alll’editto, gli è ora vietato di esercitare la sua funzione di responsabile sindacale nello stesso territorio in cui è stato nominato. Pertanto la Costituzione, così tanto lodata dalla sinistra istituzionale, che a parole si proclama antifascista e che vieta la ricostituzione del partito fascista e della sua propaganda, mentre è totalmente inefficiente nell’impedire che ciò avvenga quotidianamente sotto gli occhi di tutti, è efficientissima nel colpire quanti s’incaricano di impedire concretamente che ciò avvenga.
Qui non è questione di qualche mela marcia nelle istituzioni, ma la mancanza assoluta di mele buone. Le cronache sono piene di queste azioni zelanti da parte degli apparati repressivi. È di poco tempo fa che a Saronno sono stati consegnati 3 “fogli di via” a giovani frequentatori del Centro Sociale Telos. Stiamo ritornando ai tempo dello stato regio che quando era previsto l’arrivo in visita del Re o importanti capi di Stato si arrestavano preventivamente i potenziali sovversivi che potevano opporsi.
Voglio ricordare che non molto tempo fa è avvenuto un fatto gravissimo a Piacenza, dove al Coordinatore nazionale del SI Cobas, Aldo Milani, è stato consegnato da parte della Questura il “foglio di via” che escludeva la sua presenza nella provincia per impedirgli di seguire direttamente le lotte dei lavoratori associati all’interno dell’Ikea. La cosa curiosa poi è stata che lo stesso Questore fu incriminato di affari loschi ed allontanato.
La stessa cosa era capitata prima a Fabio Zerbini, allora militante nello stesso sindacato, oggi tra i fondatori del Sol Cobas, al quale fu dato il “foglio di via” da Milano per l’azione sindacale che svolgeva. Lui abitava a Milano con la sua famiglia, mentre lavorava nei d’intorni a San Giuliano in una ditta di appalto. Anche di questo caso se ne parlò molto ed ebbe un liete fine in quanto ricorrendo al giudice ci fu un pronunciamento di annullamento di quel provvedimento.
Quello che sostengo e propongo è che a questo schifo è ora di dire basta attraverso una azione costante di denuncia e di contrasto ogni volta che avviene e dovunque avviene. Occorre farlo diventare uno scandalo pubblico insopportabile. Le istituzioni se ne debbono vergognare e arrossire fino allo sfinimento. Questo deve essere un nostro compito.
Enrico Moroni